SARA’ INAUGURATO DOMENICA 8 GENNAIO L’ANTICO ORGANO DEL DUOMO DI ALI’. E’ STATO RESTAURATO GRAZIE AI FONDI RACCOLTI DAI CILIARI DELLE RAGAZZE DURANTE LA SCORSA FESTA GRANDE DI S. AGATA
Negli anni trenta del secolo scorso lo strumento è stato collocato nell’abside centrale della chiesa, proprio dietro l’altare maggiore. Il concerto d’inaugurazione sarà tenuto dal Maestro organista e di Cappella della Basilica cattedrale di Messina, Padre Giovanni Lombardo.
03-01-17
La Chiesa Madre di Alì, di cui stiamo celebrando il Giubileo nel 450.mo dalla fondazione, possiede un organo a canne, sicuramente fra i più importanti della riviera jonica.
L’antico strumento, di cui si possiede qualche rarissima foto di inizio novecento, era ubicato, su alta cantoria, fra le due colonne del terzo arco destro della Chiesa, di fronte alla porta detta “Comune”; ed era sicuramente settecentesco.
Nei lavori di consolidamento che interessarono la Chiesa, nella prima metà degli anni trenta del secolo scorso, l’antica struttura che sosteneva l’organo, venne demolita, tanto che alla riapertura del Tempio, si rese necessario un nuovo strumento che con le sue melodie accompagnasse le sacre celebrazioni.
Le canne del precedente, erano state conservate, ad esse si aggiunsero quelle provenienti dai piccoli organi delle altre Chiese di Alì (tutte possedevano uno strumento, anche S. Maria al Bosco): il tutto fu affidato alla Ditta Organaria “Laudani e Giudici” di Palermo perché ne realizzasse uno strumento degno della grandezza e maestosità del Tempio aliese.
La Ditta, presentò due progetti, i componenti dell’amministrazione economica della Parrocchia, l’Arciprete Giuseppe Rao e la Deputazione di S. Agata, reputarono più idoneo il primo. Così si dette inizio ai lavori.
L’organo fu realizzato a Palermo e poi trasportato, su carro ferroviario, fino alla stazione di Alì Marina e da qui alla Chiesa Madre di Alì.
Dai verbali delle riunioni della Deputazione, veniamo a conoscenza di fatti anche simpatici, come, per esempio, le diverse opinioni del luogo ove installare lo strumento. L’Arciprete P. Rao, si avvalse della consulenza di esperti, l’Ingegnere Barbaro, progettista dei lavori di consolidamento della Chiesa, il quale espresse un parere tecnico in merito al luogo più opportuno, che non recava nocumento allo stile e maestosità della Chiesa; ma il parere più importante fu quello espresso da P. Pietro Branchina, musicista di fama internazionale, originario di Adrano, di cui era pure Prevosto: sia il Barbaro, che il Branchina consigliavano l’attuale sito che da alcuni non era ritenuto opportuno in quanto lo strumento non era messo ben in evidenza. Si venne ad un compromesso, l’organo sarebbe stato messo nell’abside provvisoriamente, in attesa della realizzazione di una “cantoria” sulla porta grande della Chiesa. La cantoria non fu mai realizzata, e il provvisorio diventò definitivo. La somma spesa per la realizzazione dell’opera fu elevatissima per quei tempi: parecchie miglia di lire. Lo strumento era a trasmissione pneumatica: questo avrebbe consentito, in effetti, di poter spostare la cassa con le canne anche lontano dalla tastiera, cosa non realizzabile con la trasmissione meccanica.
Fu solo nel 1972, che un altro grande organaro, Michele Polizzi da Modica Alta, che su richiesta dell’Arciprete del tempo, P. Siracusa, trasformò radicalmente tutta la trasmissione con l’uso di elettromagneti: la consolle con la tastiera fu così spostata nel transetto e tutto viene comandato per via di impulsi elettrici.
Dopo questo lavoro, ci sono stati altri interventi, ma non approfonditi come questa volta.
Nel 1991, anno della morte del Polizzi, Antonio Bovelacci, trentino ma ragusano di adozione, specializzato in elettroacustica musicale, carpiti quasi i i segreti del vecchio maestro ne continua l’opera nella vecchia bottega, soprattutto nel campo del restauro. Come segno di continuità della tradizione organaria, è aiutato in questo dal figlio Alessandro. Insieme, padre e figlio hanno dato vita alla ditta “Arte organaria di Bovelacci Antonio e C.”, con sede a Ragusa.
Con lavoro, certosino, ogni componente dello strumento è stato smontato, sistemato e riposizionato da Alessandro, coadiuvato in maniera egregia da due giovani, Giuseppe Balsamo e Sergio Pappalardo, che con grande perizia si sono cimentati in questo lavoro.
L’organo già viene suonato dallo scorso otto dicembre, solennità dell’Immacolata concezione, ma sarà solo domenica 8 gennaio che verrà ufficialmente inaugurato con un concerto che sarà eseguito da P. Giovanni Lombardo, Maestro organista e di Cappella della Basilica cattedrale di Messina.
Del curriculum di P. Lombardo, originario di Nizza di Sicilia, si dirà a parte, mi sia consentito però esprimergli tutta la mia gratitudine per aver accettato di inaugurare lo strumento.
Così come desidero ringraziare cordialmente tutti i “Ciliari” del “Cilio delle Ragazze”, che hanno destinato le cifre raccolte da loro, durante la recente “Festa Grande”, per realizzare, così come sempre è stato fatto per le varie edizioni della festa, un lavoro che rende la nostra Matrice più decorosa e bella.
P. Vincenzo
Nella foto in alto: la struttura dell'organo a lavori conclusi.
Nelle altre tre foto: i vari pezzi dell'organo durante le operazioni di restauro.