UNO STRANO “CORPUS DOMINI”
Niente processione, ma ugualmente dal sagrato il sacerdote, con il Santissimo in mano, ha benedetto il paese.
16-06-20
Domenica 14 giugno la Chiesa ha celebrato il Corpus Domini, una delle solennità più importanti e significative. In tale occasione, in ogni Parrocchia si è celebrata una Eucaristia solenne, e subito dopo al posto della processione eucaristica un breve momento di adorazione e la benedizione eucaristica. Nelle comunità di Alì e Alì Terme subito dopo il momento di adorazione, il Parroco e il Viceparroco hanno attraversato la navata, benedicendo col Santissimo e si sono affacciati sul sagrato a benedire i due paesi. Tutto questo in ottemperanza delle disposizioni per arginare la diffusione del coronavirus.
Uno strano Corpus Domini, quindi, che ci auguriamo non abbia più a ripetersi in questa modalità.
"Corpus Domini", in latino “Corpo del Signore”, è la festività che la Chiesa cattolica festeggia il giovedì o la domenica dopo la SS. Trinità, per solennizzare in modo del tutto particolare l’Eucaristia; dopo il Vaticano II è denominata ‘Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo’. La festa, introdotta da Papa Urbano IV nel 1264, dopo il miracolo di Bolsena, fu confermata da Clemente V nel 1314. Dal XV secolo, anche a seguito delle indulgenze speciali elargite dai Papi Martino V ed Eugenio IV, si diffuse in tutta la Chiesa l’usanza della processione del Corpus Domini.
Papa Urbano IV, che istituì la festa, incaricò il teologo domenicano Tommaso dei conti d'Aquino nato, forse nel 1225, nella contea di Aquino, territorio dell'odierna Roccasecca, nel Regno di Sicilia di comporre l’ufficiatura liturgica della solennità e della Messa del Corpus et Sanguis Domini. In quel tempo, era il 1264, san Tommaso risiedeva, come il Pontefice, sull’etrusca città rupestre di Orvieto nel convento di San Domenico. Il Doctor Angelicus (così fu definito S. Tommaso dai suoi contemporanei) insegnava teologia nello studium (l’università dell’epoca) orvietano e ancora oggi presso San Domenico si conserva ancora la cattedra dell’Aquinate e il Crocifisso ligneo che gli parlò. Tradizione vuole infatti che proprio per la profondità e completezza teologica dell’officio composto per il Corpus Domini, Gesù - attraverso quel Crocifisso - abbia detto al suo prediletto teologo: "Bene scripsisti de me, Thoma". L’inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il "Pange lingua" scritto e pensato da questo pio ma dottissimo frate domenicano.