GIOVANI VISITATORI APPREZZANO LE BELLEZZE DEL DUOMO DI ALI’
Il Progetto Beni Culturali sprona gli alunni ad interessarsi delle opere artistiche del territorio. I ragazzi realizzano anche una filastrocca sul Coro di S. Agata.
24-04-15
Il 15 aprile scorso, gli alunni della classe quarta della scuola primaria di Alì Terme, accompagnati dalle loro insegnanti Agata Raneri e Angela Maimone, hanno visitato la chiesa di Alì. A fare da “Cicerone” Padre Vincenzo che ha illustrato la storia della chiesa e le opere presenti. I ragazzini sono rimasti entusiasti ed hanno fatto tante domande. Per molti di loro, infatti, era la prima volta che vedevano la Chiesa di S. Agata e la curiosità è stata tanta. Anche alcuni genitori si sono voluti unire a loro per conoscere meglio le bellezze del Duomo Aliese. Un occhio di riguardo è stato rivolto al coro ligneo, opera dell’inizio del 1700, con i 25 quadri intagliati e le diverse figure di telamoni. Al termine, i piccoli visitatori sono rimasti molto soddisfatti per aver visto tante opere così belle e preziose, a pochi passi da… casa loro.
Nei giorni successivi, durante le attività didattiche sulle opere viste, nell’ambito del progetto beni culturali, la cui finalità è la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio, hanno redatto questa filastrocca:
IL CORO DI SANT’AGATA
(Alunni della classe 4 della Scuola Primaria “Nino Prestia” di Alì Terme)
Il Progetto “Beni culturali”
ci invita ad un’esperienza senza eguali:
percorrere la provinciale fino ad Alì,
per ammirare un’opera fantastica così!
Entrando nel Duomo e percorrendo la navata centrale,
si giunge all’altare principale,
splendido con le sue policrome tarsie,
della fiorente arte sicula stupende spie.
Proprio dietro, c’è il Coro ligneo settecentesco:
un capolavoro davvero pazzesco!
E’ dedicato a Sant’Agata, illustre patrona,
il cui nome vuol dire “buona”.
Composto da due ordini di venticinque stalli,
vi sedevano i preti e i chierici ad intervalli.
Per volere di Antonino Fiumara,
sacerdote e benefattore di fama rara,
in noce fu costruito
e di fiori, fogliame e telamoni abbellito.
Racconta il martirio della Vergine catanese,
che la sua purezza davanti a Quinziano difese.
Era giovane Agata e molto bella,
pregava in una caverna con la grazia di un’ancella;
ancella di Cristo e sua sposa,
lì la notarono i soldati come cosa preziosa.
La condussero prontamente dal proconsole romano,
uomo vizioso ed anticristiano,
che subito di lei s’innamorò,
ma fu respinto e si arrabbiò.
Così da Afrodisia la mandò
e ai centurioni la riconsegnò.
Qui Agata, per otto giorni, resistette alle lusinghe
della donna e delle sue figlie nient’affatto casalinghe,
perciò la cortigiana, stanca della sua fermezza,
disse al prefetto che era più inespugnabile di una fortezza.
Quinziano, ancora una volta rifiutato,
condannò la vergine all’Eculeo odiato.
Era questo un luogo di tortura,
dove Agata ebbe vita dura.
Stirata mani e piedi, legata e flagellata,
ebbe la forza di restare a Cristo legata.
Impotente di fronte a tanta ostinazione,
il tiranno ordinò il taglio dei seni con determinazione.
Agata lo richiamò al rispetto
e subì il martirio maledetto.
Sanguinante e sfinita,
fu in carcere da San Pietro guarita,
ma, inferocito dal prodigio misterioso,
Quinziano la buttò nel fuoco tormentoso.
Ustionata, ma ancora viva, la giovane il perdono donò
al tiranno, che nel Simeto annegò.
Un forte terremoto scosse allora la città,
mentre cristiani e pagani chiedevano a Dio pietà.
Tra dolori atroci, ma felice, agata morì
e al suo Signore l’anima restituì.
Gesù, suo sposo, tra le sue elette la incoronò
e la Chiesa nei secoli grandi onori le tributò.
Nei ventiquattro splendidi quadri scolpiti,
i personaggi risaltano vivi e arditi.
Gli autori sono tre e tutti famosi:
Siracusa, Controsceri, Orlando, scultori coraggiosi,
che si distinguono per il tratto dato ad ogni telamone,
figure da noi osservate con ammirazione.
Ecco l’uomo barbuto, serio e assorto
e quello sorridente, col turbante storto
e ancora c’è il giovane orgoglioso, che allarga il torace
e dei muscoli mostra la forza tenace.
Ma perché parlarne ancora?
L’opera l’abbiamo descritta finora!
Siete curiosi di conoscere il Coro?
Immaginate già questo capolavoro?
Allora di visitarlo vi consigliamo
e di recarvi ad Alì vi proponiamo!
Classe IV Alì Terme