Carissimi Fratelli e Sorelle delle Comunità Aliesi
Io e Padre Domenico, con i sacerdoti che in questo periodo ci hanno collaborato, Padre Cristoforo e Padre Giacomo, con il Diacono Pippo e l’accolito Salvatore, abbiamo la gioia di augurarvi “Buona Pasqua”!
In questo periodo, triste per i popoli d’Europa e oseremmo dire per tutta intera l’umanità, questo augurio che ci scambiamo, potrebbe sembrare pura convenzione, usanza ereditata dalla storia di popoli segnati dalla fede in Gesù Cristo Risorto, se non fossimo pienamente convinti che “Surrexit Dominus vere”, che Egli, Maestro e Signore, è veramente risorto e quindi presente e vivo dentro la nostra esistenza, nei giorni densi di preoccupazione che nel momento attuale stiamo vivendo.
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” ci dice e, come ormai, più di venti secoli fa, ci ripete: “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amore mio la troverà. Chi perderà la sua vita per me la troverà”.
Perdere la vita per Lui, significa donargliela, viverla mettendo tutto di noi stessi nelle Sue mani; significa essere suoi totalmente.
Proponiamo un pensiero di un grande pastore, di cui è in corso il processo di beatificazione, Mons. Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino Bello:
“Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati. E' la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo" (Tonino Bello).
Lo proponiamo a tutti, come luce sul nostro quotidiano cammino.
Buona Pasqua